Come dimostrano le cronache locali, ampio dibattito (con conseguenti polemiche) è in corso per la realizzazione di una galleria pedonale attraverso il passaggio invasivo in tre stabili di via San Paolo. Ciò per garantire il corretto e sicuro deflusso dei pedoni nell’ambito della realizzazione del sistema di trasporto pubblico di tipo filoviario.
In sostanza il passaggio vedrà la demolizione di tre esercizi commerciali e di due ingressi condominiali privati, uniformando il tutto in un’unica area dedicata al passaggio pubblico.
Oggi, considerando la prossima fase di avvio cantieri, è ripartito il dibattito sulla fattibilità tecnica e la logica realizzativa di quanto descritto. Nuovamente sembra tutto in discussione ed anche la politica sembra voler riprendere la valutazione di soluzioni alternative, prendendo le distanze dal progetto ed imputando la paternità dello stesso a precedenti Giunte.
Ma gli elementi concreti quali sono? Nel mese di agosto 2014 il Comune di Verona invia direttamente a tutti i proprietari di immobili interessati al passaggio del trasporto filoviario la comunicazione di:
– avvenuta dichiarazione di pubblica utilità dell’opera;
– avvio di procedimento di emanazione provvedimento ex art. 22 DPR 327/2001
in sostanza si notifica il procedimento di esproprio. Nella maggioranza dei casi in merito all’installazione dei ganci per il sostegno dei cavi elettrici e per via San Paolo per la realizzazione del tunnel pedonale.
Come si può verificare direttamente dal documento relativo a via SAN PAOLO il progetto è considerato definitivo e come posso io stesso confermare essendomi recato agli uffici comunali del Servizio Espropri, ogni dettaglio è (o sembra) già determinato.
Nella lettera di esproprio, inoltre, si ammetteva un termine inderogabile di trenta giorni per presentare al TAR un eventuale ricorso.
Dagli elementi descritti, non si può che rimanere sorpresi dalla diatriba in atto, lasciando soprattutto perplessi per il mancato rispetto nei confronti dei proprietari degli immobili interessati che a tutt’oggi non hanno certezza di quanto accadrà. Chi avesse ad esempio un esercizio commerciale non locato, può rimetterlo sul mercato? Chi volesse realizzare delle opere nella porzione di ingresso privato, può programmarle? Insomma, nella contraddizione tra le parole ed i fatti, come troppo spesso accade, il dazio rischia di pagarlo il cittadino.
L’Arena – galleria pedonale via San Paolo
fonte: L’arena
Capobianco Dott. Mattia